domenica 5 ottobre 2008

Salvatore Torino era pronto a fare la guerra al clan dei Capitoni.

A parlare è Salvatore Torino (nella foto), alias “’o cassusaro”. L’ex boss del rione Sanità in un verbale del 24 aprile scorso ha raccontato agli inquirenti della Dda i suoi passati criminali. Le sue dichiarazioni sono state inserite nel decreto di fermo che ha portato all’arresto di Mariano Mirante e di Gennaro Galeota. Racconta della sua affiliazione al clan Lo Russo e dalla sua dipartita alla Sanità. Ecco cosa spiega nello specifico. «Il mio ingresso nel clan Lo Russo si deve ai contatti che avevo con Lo Russo Domenico che abitava vicino a me a Marianella. Nel clan Lo Russo sono rimasto fino alla scissione avvenuta nel 1999 e mi sono occupato, quale affiliato, di tutte le attività criminali che si svolgevano, soprattutto omicidi e droga. Lei mi chiede quali sono i motivi che hanno determinato la scissione dal clan Lo Russo e io rispondo che il giorno prima dell’arresto in Spagna di Giuseppe Lo Russo che era latitante lui ci aveva indicato quali referenti nel clan e persone che avrebbero dovuto curare i suoi interessi e proseguire nella sua linea criminale. Quando parlo di noi mi riferisco a me, Ettore Sabatino, Spina Francesco, a Peppe “’o biondo”. Tuttavia Antonio Lo Russo, figlio di Giuseppe, voleva fare lui il capo e per questo stavano nascendo contrasti, soprattutto legati alla spartizione dei proventi illeciti. Arrivò anche a schiaffeggiare Francuccio, figlio di Ettore Sabatino, cosa che provocò la reazione del padre disposto a questo punto ad imbracciare le armi. Prima della vera e propria scissione con il nostro allontanamento da Secondigliano vi fu un po’ di freddezza con i Lo Russo, preparatorio della scissione».

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