domenica 5 ottobre 2008

Il profilo criminale e le rivelazioni di Gennaro Panzuto sulla spartizione della Città

Gennaro Panzuto, ricercato dal 2005 e arrestato a Londra alla fine dell’anno successivo, in passato è stato indagato per associazione per delinquere di tipo mafioso, violazione legge armi, rapina aggravata, lesioni, tentato omicidio. Nel corso di un’intervista al nostro giornale si definì “uno scugnizzo”: allora non era latitante e ancora non si conoscevano i suoi molteplici rapporti con gli ambienti malavitosi del centro di Napoli. In particolare gli investigatori lo ritenevano soprattutto legato ai Torino della Sanità e proprio con il boss del clan “scissionista” dai Misso “Genny” fu registrato dalle microspie nel corso di una conversazione illuminante su alleanze e inimicizie di camorra. Secondo gli inquirenti Gennaro Panzuto avrebbe rivestito un ruolo e
funzioni apicali nell'ambito del clan di appartenenza gestendo anche i rapporti con i rappresentanti di altre potenti famiglie camorristiche napoletane, tra le quali le storiche Lo Russo, Di Biasi, Mazzarella e Sarno. Infatti, nel dicembre 2005 partecipò a un summit insieme con Salvatore Torino, il figlio di quest’ultimo Nicola, Gennaro Mazzarella, Ferdinando Schellemer (gli ultimi due per il gruppo dei Mazzarella che agisce tra Forcella, la Duchesca e la Maddalena). A parere di alcuni investigatori, Gennaro Panzuto era addirittura approdato al clan Torino con l’obiettivo di estendere a tappeto il fenomeno delle richieste estorsive, compiute con raid intimidatori. Imputato per associazione camorristica insieme al ghota dei Torino e si è autoaccusato di diversi omicidi. Un accordo totale per spartirsi la città. Ecco quanto decisero, secondo il collaboratore di giustizia Gennaro Panzuto, nel corso di un summit di camorra. Lo ha raccontato ai magistrati della Dda di Napoli qualche mese dopo il suo pentimento. «Non appena scarcerato, a febbraio 2004, trascorsi un periodo agli arresti domiciliari a casa mia e lì ricevetti una serie di visite, sia da parte dei Licciardi sia successivamente da parte di altri con i quali stavo istaurando nuovi rapporti, ad esempio Antonio Mazza, Tonino Economico, Antonio dell’Aquila detto tre dita, Umberto Ponziglione e da un certo Achille delle case nuove, per il fronte dell’alleanza Misso - Mazzarella. Quanto ai Licciardi io subito ricevetti una somma di denaro (non ricordo se 10 o 20 mila Euro) dal cugino di Gerry per conto di Gerry e Enzuccio Licciardi e a mia richiesta dopo poco ma a più riprese ricevetti anche un giubbino e due pistole, una 357 e una 7.65». Ci fu poi un incontro da Panzuto. «Sempre a casa mia con Tonino ’o biondo, Antonio Muscerino e Giannino faccetta che mi spiegarono quanto era successo mentre io ero detenuto, ossia che i Misso - Mazzarella avevano stretto un accordo con i Contini - Licciardi per la spartizione dei rispettivi territori di influenza, in modo che cessassero gli scontri e che questo accordo era stato stretto da rappresentanti di entrambi gli schieramenti ed in particolare da Giuseppe Ammendola che era il portavoce di tutta l’alleanza di Secondigliano e che si era incontrato con i Misso proprio per stipulare l’accordo. La conseguenza della spartizione era che l’alleanza di Secondigliano rimaneva nei suoi territori, quindi oltre che a Secondigliano anche nel Vasto, nel Buvero, Posillipo, Bagnoli mentre la Sanità e Forcella, rimaneva tutta dell’alleanza Misso - Mazzarella così che i gruppi prima vicini all’alleanza dovevano trovare nuova collocazione e infatti l’avevano trovata i Vastarella che si erano spostati a Secondigliano con i Licciardi e a Giugliano con i Mallardo. Anche Fuorigrotta rimaneva dei Mazzarella con Zaza e neppure veniva modificata la situazione dei Quartieri Spagnoli.

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