domenica 5 ottobre 2008

Grumo Nevano:Arrestato il braccio destro del boss Vincenzo Aversano:è il 40enne Gennaro Crasti.

Non avendo ottemperato più volte al provvedimento degli arresti domiciliari, per Gennaro Crasti, 40enne residente nel parco Ice Snei in corso Garibaldi a Grumo Nevano si sono spalancate le porte dell’istituto penitenziario di Poggioreale. Crasti è stato raggiunto da un ordine di carcerazione emesso dalla Procura di Napoli a seguito di varie segnalazioni fatte dai militari dell’Arma della locale stazione circa le sue inottemperanze. Così l’altro pomeriggio è stato prelevato dalla propria abitazione dai carabinieri in forza alla stazione di Grumo Nevano diretti, dopodichè dagli stessi è stato accompagnato al penitenziario partenopeo. Un personaggio molto noto negli ambienti della mala grumese, in quanto è riconosciuto all’interno del famigerato parco Ice Snei come referente di Vincenzo Aversano, fratello di Giovanni, capostipite dell’omonimo clan denominato anche ”zig - zag” attualmente detenuto perché resosi responsabile di omicidio, ed ex collaboratore di giustizia. Il 40enne coordinava e teneva sotto controllo l’attività di spaccio all’interno del rione, maggiore risorsa economica e fonte di sostentamento per molte famiglie. Un boss di quartiere potrebbe essere quasi definito, braccio destro di Vincenzo Aversano da poco ritornato in libertà. Con l’arresto di Crasti probabilmente per un po’ di tempo potrebbe venire meno quell’equilibrio e ”sicurezza” che fino ad ora hanno regnato all’interno del gruppo criminale.
In sole ventiquattro ore questo è il secondo arresto effettuato all’interno del parco Ice Snei ai danni di affiliati del clan Aversano. Giovedì di buon mattino i militari dell’Arma hanno tratto in arresto Domenico Salemme di 75 anni meglio conosciuto col come ”Don Mimì”. L’uomo anch’egli residente nel parco Ice Snei, ora parco Vittoria, fu raggiunto da un ordine di carcerazione emesso dalla Procura generale di Napoli, a seguito di un cumulo di pene a suo carico tutte per detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti. Nonostante l’età avanzata Don Mimì si dava ancora da fare sul territorio impegnandosi nello spaccio di stupefacenti. Un curriculum criminale che lo vede avvicinarsi al mondo della mala pressappoco nel 1978 periodo in cui gli furono attribuiti reati contro il patrimonio. Dopodichè a seguito dell’operazione Terra Bruciata fu inquadrato nell’organizzazione criminale dei ”zig- zag” e per questo condannato per l’articolo 416 bis, cioè per associazione di tipo mafioso. Giovedì l’arresto con la condanna di due anni e undici mesi di detenzione, in più per Don Mimì sono state previste pene accessorie, come l’interdizione perpetua dai pubblici uffici e la sospensione della potestà giudiziaria. Pena quest’ultima che avrà la stessa durata dell’ordine di carcerazione. Una vera e propria stangata inflitta ad una delle più note famiglie malavitose presenti sul territorio.

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