mercoledì 20 agosto 2008

Gli scissionisti si alleano con gli Aprea

Le faide di Secondigliano (2004) e del rione Sanità (2005) hanno modificato, in profondità, gli equilibri criminali cittadini, soprattutto per quanto riguarda i canali di approvvigionamento delle sostanze stupefacenti, che rappresentano - per la quantità e la frequenza di incasso - il capitolo più ricco del bilancio della camorra spa. Le ultime rilevazioni degli 007 delle forze dell’ordine tratteggiano infatti una situazione di estrema “fluidità”, in cui le alleanze di dieci, o anche di cinque anni fa, sono state disintegrate da nuovi e più convenienti accordi che, a loro volta, sono messi a dura prova dalla pressione investigativa e dalle risultanze processuali, oltre che dall’evoluzione delle stesse dinamiche criminali (arresti, latitanze, omicidi e scarcerazioni). In un simile contesto, dunque, più che il potere bellico, fin troppo visibile e dunque portatore di indagini, manette e sentenze, appare fondamentale il potere economico-commerciale, che consente una presenza invisibile, ma lo stesso asfissiante, sul territorio. Il dato, probabilmente, più interessante di questa nuova strategia riguarda il cartello degli scissionisti - che è formato, ormai, dalla totalità dei gruppi un tempo federati con Paolo Di Lauro - che ha stretto patti commerciali non solo con le storiche organizzazioni dell’hinterland nord e della provincia partenopea, per il rifornimento di droga, ma pure con i sodalizi dell’area orientale e con altre associazioni emergenti del centro storico. Gli inquirenti, infatti, hanno registrato una significativa “attività di connessione” tra gli affiliati del boss Raffaele Amato e gli esponenti più importanti della famiglia Aprea di Barra, finalizzata alla conquista delle “piazze di spaccio del quartiere e di via delle Repubbliche marinare”. Ciò significa che gli spagnoli hanno colonizzato, ormai, gran parte dell’area metropolitana non attraverso una diretta presenza militare sul territorio, ma grazie alla propria capacità commerciale, di fatto ereditata dall’appartenenza al network criminale capeggiato da Ciruzzo ’o milionario. A questa potente federazione si contrappone, secondo le ricostruzioni degli uffici investigativi, il sodalizio formato dalle famiglie Alberto-Guarino e dal vecchio nucleo dei Mazzarella, che è riuscito - grazie a una strategia aggressiva non efficacemente contrastata dai rivali - “a ottenere il diretto controllo delle attività criminali su Villa Bisignano e nelle zone limitrofe”. Sempre sul versante orientale della città, i sismografi dell’Antimafia hanno rilevato un significativo ridimensionamento del potere criminale del clan Rinaldi, ormai quasi esclusivamente confinato nel rione Villa e in via Ravello a San Giovanni a Teduccio, dove “fiorisce una ricca attività di spaccio al minuto di sostanze stupefacenti” che si avvale dei canali storici di rifornimento della droga, quelli - cioè - gestiti dai Misso e dai Di Lauro. I rapporti di collaborazione commerciale tra il gruppo Amato-Pagano e il cartello formato dalle famiglie Aprea-Cuccaro confermerebbe l’espansione dei traffici degli spagnoli anche nell’area orientale della città, dopo aver quasi completamente monopolizzato il mercato degli stupefacenti sia nell’hinterland nord di Napoli (Secondigliano, Miano, San Pietro a Patierno, Piscinola, Chiaiano) sia al centro storico (Sanità, Forcella e Maddalena). Nelle informative delle forze dell’ordine, inoltre, c’è scritto che “gli scissionisti avrebbero conquistato l’intero territorio di Scampia, confinando i Di Lauro nella loro storica roccaforte del cosiddetto “Terzo mondo”, o “rione dei Fiori””. Alla vecchia cosca di Ciruzzo ’o milionario, dunque, non sarebbe rimasto altro da fare che allearsi con i nuovi reggenti del clan Misso per trovare un canale di vendita ancora utilizzabile, dal momento che - annotano ancora gli inquirenti - tutti gli altri bacini sarebbero stati conquistati dagli uomini del boss Raffaele Amato.

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